La Serie A diventa rischia di diventare sempre più interazionale e meno “italiana”. Infatti in caso di promozione di una fra Venezia o Palermo, entrambe impegnate nei Play Off della Serie B per il salto di categoria, il 50% delle squadre del campionato italiano sarebbero sotto la gestione di società o fondi esteri mettendo a serio rischio le big come Napoli, Lazio o Torino.
Soci o fondi:
Americani: partendo dall’Atalanta da anni nelle zone alte della classifica creando un ciclo clamoroso con Gasperini fino ad arrivare alle due finali di questa stagione: Coppa Italia ed Europa League. Passando per la Fiorentina che trova la seconda finale di Conference League di fila diventando sempre più internazionale e con sempre o quasi posso sicuro in Europa. Arrivando a Milan e Roma che continuano ad acquistare Top Player aumentando sempre di più il valore tecnico della rosa, puntando ad obiettivi massimi come Scudetto o quarti o semifinali delle competizione europee. La new entri vede il Parma che ritorna nel calcio che conta grazie ad una cavalcata straordinaria di Pecchia e dei ragazzi che potrebbe far rinasce un nuovo ciclo per lottare nella parte destra della classifica.
Canadesi: la grande sorpresa di questa stagione il grande Bologna di Thiago Motta che trova un inaspettata qualificazione in Champions League grazie ai suoi talentuosi ragazzi. Un nuovo ciclo che potrebbe aprirsi.
Cinesi: nonostante i debiti l’Inter resta tra le squadre più forti della Serie A con investimenti di calciatori e stipendi importanti.
Indonesiani: la grande realtà del Como che ritorna in Serie A con una squadra di già veterani della Serie A come Verdi, Cutrone o Baselli. Con piccoli aggiustamenti si potrebbe tranquillamente lottare per la metà della classifica fino ad arrivare in 2-3 ai piazzamenti europei.
Tanti fondi che potrebbero creare una divisione tra i club di Serie A, a rischio le big con capitale italiano come il Napoli di ADL che sta cercando soluzioni da fondi arabi per prevenire qualsiasi tipo di crisi. I partenopei se non danno una svolta, nonostante il bilancio sempre attivo, rischiano di non vedere più la parte alta della classifica.
Matteo Merolla