«C’è una disciplina nazionale vigente e che si sta aggiornando dentro la quale, dalla concessione pluriennale alla vendita dell’impianto, tutto è possibile e noi non chiudiamo nessuna porta». Attilio Auricchio, capo di gabinetto del Comune, getta le basi per la trattativa con il patron Aurelio De Laurentiis sulla spinosissima questione San Paolo. Auricchio, si sa, è il primissimo collaboratore del sindaco Luigi de Magistris, quando parla lui di solito qualcosa sta per maturare. E la sensazione, vista la volontà delle parti di chiudere il pacchetto San Paolo al più presto, è che effettivamente i tempi siano maturi per fare un ragionamento concreto. Entro il mese o al massimo a inizio settembre sono previste novità e incontri. Perché lo stadio è sicuro e agibile ma non all’altezza degli azzurri e della città.
Il patron è pronto a metterci i soldi solo a patto che il San Paolo diventi suo. E ha già un piano e un progetto in base al quale in due anni l’impianto e anche la piazza che lo ospita cambierebbero volto. «Con lo stadio sicuro e agibile il proprietario Comune deve fare solo opere funzionali se necessarie, per il resto tocca ad altri. Ci auguriamo che ci sia un investimento dell’imprenditoria e che sia De Laurentiis a farlo. Tutto sarà trasparente e pubblico il concessionario non può fare favoritismi. Io che sono tifosissimo del Napoli mi auguro che si arrivi presto a una soluzione compatibile con le norme. Che vanno dalla concessione pluriennale come sta accadendo a Udine, alla vendita. Noi siamo pronti a sederci a tutti i tavoli».
Idee sul futuro ce ne sono e Auricchio ne lancia una abbastanza nuova per il panorama italiano. «Senza più le spese per il San Paolo e con i proventi della vendita potremmo cominciare a ipotizzare un piano di edilizia sportiva per dare a tutti i quartieri della città impianti a misura d’uomo dove i giovani potrebbero svolgere attività gratis. Anche in questo senso la normativa nazionale può aiutare le scelte del Comune».