Alessandro Nista, ex preparatore dei portieri del Napoli che ha lavorato con Ancelotti, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte:
“Quando Insigne segnò il gol del vantaggio al Bernabeu? Giocare a Madrid è un’emozione che capita a pochi nella vita e va tenuta impressa nel cuore. Il Bernabeu è uno di quegli stadi che ti lascia col fiato sospeso. Si respira la storia. Da quando si arriva a quando si prepara la partita. L’apoteosi l’avevamo raggiunta col bel gol di Insigne. Nonostante il 3-1, in quel momento per dove era il Napoli e per come era strutturato non abbiamo fatto il massimo, ma ci siamo andati abbastanza vicini”.
Il preparatore del Napoli è molto bravo ed esperto, quindi saprà dare l’indicazione corretta. Questo discorso si può fare solo dall’interno quando si conoscono tutte le sfaccettature. Chi meglio di chi è dentro può esprimere un giudizio. Poi sul discorso di giocare sistematicamente uno in Coppa e uno in campionato, è diverso. Il Napoli ha due ottimi portieri, sono due ragazzi molto giovani e nel pieno della loro carriera e maturazione. Meret non ha bisogno di particolari descrizioni, ha vinto lo scudetto mettendo anche la sua firma importante ed è campione d’Europa. Gollini l’ho seguito spesso anche se non ci ho mai lavorato. Ha fatto meno delle proprie potenzialità, ma ha ancora un’età che gli può permettere di fare quell’upgrade per restare in pianta stabile in fascia alta”.
“Lunin è un altro ragazzo che ha avuto gli occhi addosso anche del Napoli stesso. Poi ci fu la concorrenza del Real Madrid che fece un’offerta che gli azzurri non poteva pareggiare in quel momento. Non mi sorprende che sia schierato con la maglia del Real Madrid. Credo che non sia ancora pronto per poter essere a tutti gli effetti il portiere di una squadra così importante. Mi sembra anche un ragazzo di discreta personalità. Non è che per forza devi parlare in campo, l’importante è saper dire le cose necessarie in quel momento”.
“Il cambio d’allenatore del Napoli? Sicuramente non è scattata la scintilla con Garcia, questo è evidente che si sia percepito. Anche da qualche atteggiamento fuori dalle righe che faceva intravedere quell’empatia e quella sintonia che non sono scattate. Mazzarri è tornato in un ambiente che conosce benissimo e che lo ha sempre stimato. Penso si senta ancora un allenatore importante. È chiaro che c’è stata una partita sola e non possiamo tirare le somme, ma sembra siano state toccati di nuovo le corde giuste per rimettere in piedi una situazione che si era messa storta”.