Alle 10 e mezza della sera la lama di Jack lo Squartatore infila al cuore Madama e l’urlo del Maradona è un boato che fa tremare la terra e tutte le stelle. “Raspadoro” è un diamante nel buio che brilla di una luce abbagliante che avvolge la notte più bella della stagione azzurra. Minuto 88, Osimhen va a tirare il rigore che si era conquistato con un guizzo da serpente a sonagli. Szczesny respinge, e come un urugano arriva davanti a tutti il tenero Giacomo che mostra quanta “cazzimma” abbia assorbito nella nostra aria. La palla sfonda l’incrocio e i ragazzi sulla scia di Raspa se ne vanno di corsa tutti sotto la Curva a prendersi gloria, onore e amore. Finisce così come una scena struggente di sangue e arena questo Napoli-Juve che è già storia. Battiamo la Signora a casa nostra per la quinta volta di fila. Ed ogni volta ha sempre un sapore speciale. Tutto era cominciato alla fine del primo tempo. Kvara si avvita al volo e scarica un destro di rara bellezza. Poi va dal suo popolo facendo il gesto: “io sono qui!”. E tutti sono abbarcciati a lui. La Juventus ha orgoglio e qualità da competizione e pareggia a 10 minuti dalla fine con un affilato destro di Chiesa. Poi l’epilogo travolgente. Fallo di Nonge che stampa i tacchetti sulla caviglia di Osimhen. Il VAR coglie il fallo chiaramente. Victor va a tirare, il portiere indovina l’angolo, ma Jack di cuori si prende tutto il piatto ricco in un colpo di slot meraviglioso. Da Aprile a Marzo, da Torino a Napoli ancora Raspadori all’ultimo respiro. Vinciamo noi, con il pathos delle sfide epiche. Con la felicità del Maradona che alza la melodia del primo amore. Canta Napoli, Napoli milionaria. E’ tornata la Felicità…
fonte: SSC Napoli