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Maradona: “Allenare il Napoli sarebbe per me il giusto riconoscimento”

Maradona alla GazzettaDiego Armando Maradona ha rilasciato una lunga intervista al Mattino.

Venerdì spettatore della sconfitta del Napoli a Roma: quale impressione ne ha tratto l’ex capitano?
«La Roma ha fatto la gara e ha segnato due gol da fermo, uno con un fallo per me evitabile e l’altro su rigore. Il Napoli, invece, non ha giocato la partita e questo è dispiaciuto tantissimo a tutti i tifosi, me compreso ovviamente».
Cinque punti di distacco dal primo posto cosa significano? Il Napoli deve rinunciare al sogno tricolore?
«Ma no, il Napoli può tranquillamente vincere lo scudetto: fino a maggio può succedere di tutto».
Maradona all’Olimpico per tifare Napoli ma invitato dal presidente della Roma.
«Sono andato allo stadio perché me lo hanno chiesto Totti e il presidente della Roma e poi perché giocava il mio Napoli».
Benitez ha parlato benissimo di lei, ricordando il vostro incontro a Liverpool quando era l’allenatore dei Reds: cosa pensa del lavoro di Rafa?
«Benitez sta facendo un lavoro buonissimo, come l’aveva già fatto in precedenza Mazzarri».
Lei ha detto giovedì a Milano: «Dopo Benitez mi piacerebbe allenare il Napoli». E i tifosi hanno cominciato già a sognare.
«Tutti sognano e anche Maradona sogna di essere un giorno nel Napoli. Sarebbe sicuramente un giusto premio per tutto quello che ho dato alla maglia del Napoli in sette anni».
A Roma Higuain, da lei lanciato nella nazionale argentina, ha giocato soltanto gli ultimi venti minuti per un problema fisico. Cosa ne pensa? Quale consiglio gli darebbe?
«Higuain deve giocare solo quando sta bene perché soltanto così può aiutare tantissimo il Napoli».
C’è un ragazzo napoletano che sogna di diventare grande come Maradona e si chiama Insigne: un giorno potrebbe raccogliere quella pesante eredità della maglia numero 10, ritirata tredici anni fa?
«È un grande giovane giocatore e ha tante qualità, ma deve ancora crescere molto per arrivare ancora più in alto».
E la maglia numero 10, non più indossata in serie A e in serie B dai calciatori del Napoli in omaggio a Diego?
«La maglia numero 10, la maglia del campione, è una grande responsabilità».
Domani il Napoli torna in campo e gioca la terza partita del girone di Champions a Marsiglia, contro quella squadra che nell’89, ai tempi della presidenza Tapie, avrebbe voluto Maradona. Come ricorda quella storia?
«Ferlaino, il presidente del Napoli, mi aveva promesso che sarei potuto andar via per giocare in un paese dove il calcio era più tranquillo. Poi però mi ha ingannato e ha rovinato tutto».
A Napoli servono esempi forti e recentemente la Nazionale italiana si è allenata a Quarto sul campo della squadra antiracket.
«Bravissimo Prandelli, bravissimi i suoi giocatori. La società in cui viviamo e anche il calcio hanno bisogno di buoni esempi e di una bella pulizia».
Ha lasciato il Napoli dopo aver conquistato due scudetti, una coppa Uefa, una coppa Italia e una Supercoppa Italiana: si poteva vincere di più?
«Qualche rimpianto c’è sempre in un calciatore, però i momenti che ho vissuto a Napoli con i miei compagni ancora oggi li ricordo con tanto affetto ed emozione».
Possibile vincere ancora?
«La storia si può sempre ripetere».
Cosa le è rimasto di Napoli nel cuore e nei pensieri dopo ventidue anni?
«I vicoli, la gente, i tifosi. E soprattutto la maglia del Napoli».

FONTE: IL MATTINO