Febbre da cavallo – La mandrakata è un film del 2002 diretto da Carlo Vanzina, con protagonista Gigi Proietti. Questo film è il sequel di discreto successo di Febbre da cavallo, sempre con protagonista Gigi Proietti, pellicola del 1976 diretta dal regista Steno. La trama, pur differente, ha molti punti in comune con il film originario. Il film vede il ritorno del protagonista Gigi Proietti di nuovo nei panni di Mandrake. Del vecchio cast c’è anche Enrico Montesano. Il film incassò nel totale 14.396.769 euro. La storia del film era presso che così – ‘Mandrake e soci devono procurarsi i soldi per la scommessa, così obbligano Antonio a ipotecare la casa di proprietà della moglie per ottenere un prestito da una finanziaria, spacciando Aurelia per la signora Faiella; ma il denaro viene subito “requisito” da Nino Diamanti, detto il “Cozzaro Nero”, uno strozzino a cui Mandrake doveva una grossa somma. Ad aiutare Mandrake arriva a sorpresa il suo ex socio Armando detto “Er Pomata”, che tutti credevano morto e invece aveva solo finto il decesso per scapparsene in Australia e sfuggire in tal modo ai creditori. Con l’aiuto del Pomata, Mandrake e soci mettono su una truffa ai danni del figlio del macellaio “Manzotin”, allo stesso modo in cui era stato fregato il padre anni prima; ma Pomata, ormai fuori dall’Italia da anni, sbaglia a fare il cambio da lire in euro, e invece di 10.000 euro, gliene truffano solo 1.000, troppo pochi per la “super mandrakata” che stavano progettando’.
Vi starete domandando tutto ciò cosa c’entra con il Napoli? il calciomercato degli azzurri si può dire è stata una scommessa, come la scelta del tecnico e la pianificazione societaria di quest’anno. Si è provato a fare la ‘Mandrakata’ minimo sforzo massimo risultato ma per ora il cambio di interpreti non sono stati all’altezza per far si che riuscisse il risultato e che la scommessa fosse vincente.
IL NODO – “Sempre lo stesso! i diritti d’immagine, troppe volte questo intoppo ha rallentato trattative e allontanato giocatori importanti che con pochi denari potevano vestire la maglia azzurra, vedi Salah o Astori o al tempo Vidal e Criscito. Sono una fonte di guadagno per la SSC Napoli ma anche un ostacolo per la crescita del club, se a causa di questi diritti poi ti ritrovi a dover comprare gli Hysaj, i Valdifiori e i Chalobah i Gabriel e Chiriches. Se poi parliamo di Reina e Allan si può dire che si sono auto-acquistati scegliendo Napoli ad occhi chiusi senza pensare a nulla e non badare ai dritti d’immagine. Diritti d’immagine che hanno impedito al Napoli di chiudere l’operazione Soriano in un giorno, il calciatore non è arrivato di certo non ci strappiamo i capelli dopo che in passato per gli stessi motivi si è persi giocatori come Fellaini, Vidal, Gonalons ed altri ancora. Il problema sono allora i diritti d’immagine o il salvadanaio senza chiave? proviamo a romperlo questo procellino e vediamo che sorpresa ci esce”.
L’ORGANIZZAZIONE – “Rimanendo sul mercato potremmo dire che nonostante gli errori formali nel contratto di Astori che hanno prima rallentato la trattativa e poi l’hanno fatta saltare e non tenendo conto degli errori nel contratto di Soriano che hanno costretto a chi di dovere di riscrivere tutto e andare oltre l’orario di chiusura del mercato, facendo saltare la trattativa Soriano, che il Napoli è stato sempre un modello efficiente e una macchina costruita per camminare con le proprie gambe, almeno fino a quando Bigon e il suo staff erano presenti in azzurro, ma adesso con l’arrivo di Giuntoli cosa è cambiato? Il bravo ragazzo ‘Riccardino’ non ha mai lasciato giocatori scontenti in rosa, è riuscito sempre a piazzarli tutti anche negli ultimi giorni ed ha sempre portato le trattative in porto senza abnormi scivoloni e figuracce. Oggi ci ritroviamo con un Zuniga da recuperare nelle motivazioni prima che nelle gambe e con un De Guzman che mantiene in ostaggio il Napoli con il proprio ingaggio, da Marino a Riccardino la parabola discendente della dirigenza azzurra, speriamo che Giuntoli riesca a cavarsela meglio di così, anche se la partenza non è stata delle migliori”.
LA SCOMMESSA – “A questo punto potremmo dire, le scommesse di De Laurentiis! da Giuntoli a Sarri passando dal mercato, un anno zero ci può stare, ma caro Aurelio questa piazza non sa aspettare è esigente e vuole vincere, non sono ammesse scommesse ma solo certezze. Detto ciò Maurizio Sarri è un tecnico che saprà valorizzare il materiale umano che si ritrova a disposizione è un professore del calcio, appena la squadra ritroverà la condizione fisica vedremo una grande squadra e la crescita dei giovani Luperto e Dezi. Per Giuntoli, che dire, diamogli tempo di ambientarsi e capire i contratti sin troppo a volte spigolosi e scritti su pietra della gestione De Laurentiis, a Carpi i diritti d’immagine erano cosa sconosciuta, ci rifaremo a Gennaio, speriamo!”
LO STADIO – “Un tira e molla che fa male alle tasche del Napoli, alla città di Napoli e ai napoletani a quegli abbonati che pagano fior di quattrini per assistere alle partite in uno stadio fatiscente senza strutture, per fortuna che Sassuolo e Udine non sono Napoli ma sono un esempio lampante dell’unione di intenti tra amministrazione comunale e società sportiva, stadi all’avanguardia in poche decine di mesi. Il processo d’internalizzazione del Napoli passa dal nuovo stadio, senza aumento di fatturato non potremo fare più mercato all’altezza di Inter, Juventus e Roma. Non tutti gli anni si possono beccare i Cavani e Lavezzi a plusvalenze milionarie”.
LA SCUGNIZZERIA – “Una società come il Napoli dovrebbe fare del settore giovanile il proprio vanto e la propria fucina di talenti, lo stadio di proprietà e un settore giovanile al top, con la gestione oculata e attenta della società che ha contraddistinto il Napoli negli ultimi anni, potrebbe portare questo club ad essere tra i primi al mondo. I tifosi lo hanno capito, ma ci sono stati troppi proclami negli ultimi anni senza il susseguirsi dei fatti, i tifosi purtroppo non usano più portare l’anello al naso e lo hanno capito. Si rischia di rovinare quanto di buon fatto da Benitez e Bigon, si rischia di far scendere quel Ranking che quest’anno ci è valsa la prima fascia in Europa e la permanenza dei vari Callejon, Higuain, Hamsik, Albiol in azzurro per non parlare del ritorno di Reina”.
LA RICETTA – “Se il rapporto con i tifosi si vuol sanare, basta proclami, stadio nuovo e settore giovanile all’avanguardia, nuove figure competenti in società che non vadano a sostituire quelle che già ci sono, ma che vadano ad integrarle, l’Europa e la Serie A non sono la Serie C, la crescita del fatturato e del brand è pari alla crescita della società e dei risultati sul campo e per fortuna che da oggi ci concentreremo solo su quelli, li il Napoli non ha mai deluso e speriamo che non inizi proprio adesso”.