“International Forum” La stampa inglese sul calcio italiano e il Napoli”. Sono intervenuti dal teatro di Dimaro, Rory Smith giornalista The Times, I giocatori del Napoli Andrea Dossena e Valon Behrami. In fine a sorpresa interviene anche il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Ecco quanto evidenziato:
Smith: “Molto sulla gestione del campionato, dipende dalla struttura degli stadi e dalle regole. Se uno si alza in piedi, lo steward gli si avvicina e gli chiede di sedersi, altrimenti viene cacciato. Spesso le famiglie, però, non riescono ad andare allo stadio per l’aumento dei prezzi, ma anche il marketing è cambiato. In Sudamerica c’è tanto rumero, entusiasmo, così come un’onda. In Inghilterra questo non può succedere. E’ come stare in teatro. Si resta zitti e in ordine. Con questo la Premier ha fatto parecchi soldi”.
Dossena: “In Inghilterra ti riconoscono, ma la pressione e l’entusiasmo che si vive a Napoli non c’è. Hanno una grande struttura della polizia che impone regole e che porta ad un grande rispetto da parte di tutti. Non si può uscire neanche con un bicchiere di birra in mano. Magari pagando un caro prezzo, con le vittime del ’96 di Liverpool, ma hanno raggiunto un grande livello. Io a Napoli sto benissimo. Il calore è forte, ma qui ti incitano a fare bene. L’autografo, l’abbraccio, non m i danno fastidio, ma capisco qualche mio compagno che magari chiede un pò di tranquillità”.
Behrami: “Io sono stato a Londra. Lì c’era un altro standard e dopo un pò mi mancava l’essere protagonista. RIcordo quando dovevo dare i biglietti alla mia famiglia, andavo cinque minuti prima del riscaldamento, in ciabatte, tra la gente e nessuno mi fermava. Non siamo avanti, ma noi giocatori e società qualche volta allontaniamo i tifosi. Bisognerebbe avere un contatto con i tifosi molto più frequente”.
Behrami: “Ricordo al primo allenamento al West Ham, presi un calcio incredibile, poi un altro e allora mi adattai sempre. Mi dicevano sempre di continuare a giocare. Da lì ho capito che c’è differenza di mentalità. Qui ci si ferma magari ad uno strattone. In quella stagione, comunque, presi soltanto tre cartellini gialli”.
Smith: “Gli inglesi non sono così bravi con il calcio. Il 60% dei giocatori, in Italia, sono italiani, in Inghilterra no, sono stranieri. La cultura del calcio è cambiata. Negli anni ’60 si beveva birra prima della partita e qualcuno anche durante. Si mangiavano bistecca e patatine, oggi non è più così per l’influenza delle società. In Italia si vincono i mondiali, nonostante i grandi campioni come Maradona che sci sono stati”.
A questo punto, in sala arriva De Laurentiis, tra gli applausi dei presenti e il discorso viene inevitabilmente dirottato sul mercato e sulle amichevoli, infatti il Presidente esorta i tifosi ad andare a Londra il 3 e 4 Agosto!
De Laurentiis: “La questiore portiere è in fieri. tre ore fa mi sono stancato e ho detto a Benitez, ‘marciamo su questo lato?’ Domani avrete delle novità”.
De Laurentiis: “Cavani? Non mi aspetto mai nulla. Vi ho sempre detto che abbiamo una situazione complicata. Veniamo da tanti insuccessi e per creare una credibilità nel mondo del nostro club ci è voluto tanto. Dal 526 posto, abbiamo risalito la china e fatto tanta strada. Questi sono ragazzi che vengono da situazioni difficili e non li possiamo rimproverare se vogliono pensare alla propria carriera. Volevo tutti napoletani, ma le pernacchie si sono sprecate. Ero in serie C non per colpa mia. Tutti mi rispondevano che non se la sentivano. Marino non mi conosceva bene e aveva paura che io mi arrabbiassi e mi sarei stancato del calcio presto. Al secondo anno di C fu la stessa cosa. Poi in B e anche lì ci sono state tante difficoltà. Grava è l’unico che mi sono portato dietro. Gli ho dato un incarico in società e spero che resti a lungo con noi. Prima di Quagliarella, ho provato a prendere Di Natale più volte. Mi diceva che la moglie gli proibiva anche di fare le vacanze a Napoli”.
De Laurentiis: “Gonalons lo abbiamo sostituito con un giocatore diverso. a centrocampo abbiamo validi elementi che sono adatti al gioco del nostro mister. Abbiamo preso un giocatore bravo in difesa, ma anche a centrocampo. Stiamo verificando giorno dopo giorno, chi può dare una certezza al tecnico e può restare e chi invece no, andrà via. Serve cinismo anche a livello societario per il bene del calcio Napoli e i tifosi tutti.
De Laurentiis: “Zuniga lo accogliamo a braccia aperte, ma ha un agente che pensa di essere un genio. Farà quello che vuole fare. Se andrà via prenderò uno migliore di lui, nonostante lo stimi tanto. Lo amo tanto, ma non capisco perchè debba essere guidato da persone ingiuste”.
De Laurentiis su Higuain: “Perchè tutti volete Higuain e non Damiao? Non li conoscete. Se non parlate con il calciatore e non ci lavorate, diventa difficile. Anche nel cinema, non prendo giovani già esperti, ma li faccio crescere. Il problema è dialettico e se non conosci le lingue hai problemi. Magari parli a gesti e per un ragazzo può essere un problema. Noi siamo 50 anni avanti rispetto a Rosario. Quando uno arriva a Castel Volturno, tra sudore e sangue, non ha tempo di fare altro che lavorare. Higuain sarà anche bravissimo, ma non siamo da soli, c’è il Chelsea che ha offerto cifre blu, come l’Arsenal. Lo stiamo seguendo, ma Damiao, per Benitez, è adatto al suo gioco. Deve decidere lui. Lasciamolo lavorare in tranquillità senza dargli pressioni. Il Napoli ha una finestra sul emrcato aperta 365 giorni all’anno. Siamo pronti a comprare sempre, ma per farli giocare. Non siamo come l’Udinese e non mi interessa quel tipo di mercato”.
De Laurentiis: “Lo scorso anno ho studiato tanti club inglesi e volevo partire dalla serie B. Mi sono poi detto Crystal Palace. Non è una zona ricca, i tifosi non vanno allo stadio, ma poi riflettendoci su, il club ha vinto ed è salito in Premier League. Con 20 mln di sterline, avrei preso dieci giocatori dal Napoli che giocano poco e li uso lì, anche perchè c’è l’obbligo di avere 6 giocatori inglesi. Oggi avrei in mano un club da 150 mln di sterline”.
Così termina l’International Forum e soprattutto la ricchissima giornata in quel di Dimaro piena di contenuti e di dichiarazioni del numero uno azzurro, Aurelio De Laurentiis.