Ero solo un bambino quando 33 anni fa il Napoli vinceva il suo secondo e ultimo scudetto e la città si colorava d’azzurro. Quel tricolore che porta la firma degli uomini di Bigon e soprattutto di quel ragazzo argentino con la maglia numero 10, che per sette anni con le sue incredibili giocate ha incantato un’intera città, entrando di diritto nella storia del calcio mondiale e nell’iconografia della città, alla stregua di Totò e San Gennaro.
Ma se quelli del 90 e quello dell’ 87 sono ricordati come gli scudetti del Napoli di Maradona, questo che sta per arrivare è il tricolore di Spalletti e del suo gruppo di ragazzi terribili. Di un Napoli che porta il volto del capitano Di Lorenzo, esempio di abnegazione e umiltà, di Lobotka, giocatore che da oggetto misterioso (ai tempi di Gattuso), con le sue geometrie è diventato elemento imprescindibile per questa squadra; di Kim che si è rivelato un degno erede di quel Koulibaly di cui tanto temevamo l’assenza. Sarebbe facile dire che è stato solo il Napoli di Kvara e Osimeh, il primo sorpresa assoluta della serie A e incredibile scoperta del bravo Giuntoli e il secondo, implacabile cannoniere mascherato affamato di vittorie, che con i suoi gol ci sta regalando quel sogno tanto atteso che si trova a un passo dall’avverarsi.
Questo è stato il Napoli non solo dei titolarissimi, ma anche di quei calciatori che con umiltà e sacrificio hanno dato il loro contributo entrando dalla panchina, un nome su tutti è quello del macedone tuttofare Elmas, spesso determinante quando chiamato in causa; dell’argentino col cuore azzurro, il Cholito Simeone, che sognava di giocare con questi colori in onore del suo idolo Diego Maradona e del ragazzo con la faccia pulita Jack Raspadori che ci ha regalato la vittoria più bella. Il suo gol a Torino è stato il suggello di un’annata straordinaria, in cui la squadra di Spalletti ha dominato il campionato fin dall’inizio con una continuità impressionante, in barba ai gufi che appollaiati sul trespolo profetizzavano la caduta del Napoli con improbabili tabelle. E allora godiamoci questa incredibile vittoria, questa cavalcata trionfale che entrerà nella storia del calcio italiano, perché se domenica la matematica sarà dalla nostra, il Napoli sarà la prima squadra ad aver vinto il campionato con sei giornate d’anticipo.
Ci scuseranno i tifosi della Salernitana, squadra per cui nutro simpatia e rispetto, ma domenica al San Paolo, ora Maradona, aspettiamo di suggellare con la matematica quel sogno lungo 33 anni. E allora forza ragazzi, la vittoria è dietro l’angolo!
Salernitana e Lazio permettendo…
Articolo a cura di Enrico Campanile