Patrizio Romano, radiocronista di Radio Number One e SeilaTv e tifosissimo dell’Atalanta, ha rilasciato una lunga intervista in esclusiva ai microfoni di MundoNapoliSport24:
Un percorso di crescita partito dal 2016 con una squadra che lottava per non retrocedere fino ad arrivare a due finali( italiana ed europea), cosa rappresenta Gasperini per l’Atalanta?
“Gasperini rappresenta il punto di svolta dell’Atalanta nei 117 anni di storia dell’Atalanta, nella quale la Dea non è mai arrivata a livelli cosi alti. Era un periodo opaco anche a livello societario ed ha cambiato le carte in tavola. Possiamo paragonarlo a Mondonico che era diventato il simbolo di Bergamo raggiungendo una semifinale della Coppa delle Coppe nel 87-88, l’unica squadra di Serie B ad arrivare fino e questo traguardo. Poi con Lippi e Frosio due apparizioni in Coppa Uefa. Poi l’oblio 27 anni senza competizioni europee, con alcune presenze in Serie A e B. La svolta è avvenuta nel 2016 nella sfida contro il Napoli, Gasperini era a rischio esonero ma con i giovani e il coraggio dell’allenatore ci fu la svolta della stagione, poi ha trovato continuità con i 7 anni di competizione europee. Al Genoa già conquisto una qualificazione europee, nonostante un periodo modesto della propria storia. Sicuramente l’allenatore che può dare la svolta”.
Quanto può incidere un profilo carismatico come Gasperini sull’aspetto motivazione in una finale europea così difficile?
“Il carisma può incidere tanto ma può essere anche un peso. Gasperini ha mostrato di non essere un uomo da finali. Il tecnico va analizzato nel totale, prendiamo in considerazione la finale contro la Juventus, prende gol dopo 4 minuti in contropiede da Vlahovic. Per chi mastica calcio, sa che non bisogna concedere queste occasioni ai bianconeri che restano una squadra forte nonostante il non periodo ottimale; una squadra che si chiude e riparte. Gasperini ha fatto un suicidio tattico. A parte le Champions, in Italia nelle finali la Juventus non può considerarsi sfavorita. La Dea ha giocato 7 finali segnando solo 1 gol e subendone 10. La Dea non è una squadra da finale e Gasperini ci ha messo del suo”.
Lo step delle finali potrebbe raggiungerlo al Napoli, visto anche le dichiarazioni di ADL che chiede tempo per crescere?
“Io non credo che vada in porto questa operazione, sono due caratteri che non andrebbero d’accordo insieme. Al di la di quello che venga messo sul piatto da ADL, parliamo di una squadra momentaneamente fuori dalla Conference. Il Napoli va rifondato, è una piazza esigente ed un presidente che ovviamente vuole metterci un becco. Credo che si ritroverebbe in una situazione simile a quella vissuta all’Inter in una piazza che veniva dal triplete, a Napoli però potrebbe esserci più pazienza. ADL è un presidente ingombrante, qui Gasperini è riuscito a litigare anche con chi si trovasse chiuso in un’altra stanza e non ha un carattere facile. La piazza di Napoli è pesante, non credo riuscirà ad avere lo stesso percorso di Bergamo. Con la Dea ha preso dei semi-sconosciuti, adesso il budget è aumentato vedi gli acquisti di Tourè e Scamacca. Il Napoli dovrebbe cambiare a livello dirigenziale, ci vorrebbero personaggi come Maldini. Cosa è cambiato rispetto lo scorso anno? la fame. Bisogna rifondare e trovare calciatori motivati anche se non molto affermati. Gasperini, non per la piazza ma per il peso della situazione, non è un allenatore che potrebbe stare al Napoli”.
Che area si respira a Bergamo sul futuro di Gasperini?
“Ogni fine stagione si respira un area di stand-by, lui è ingolosito da un ultima grande esperienza. Non ama tanto l’estero, visto che non mastica bene le lingue straniere. Vorrebbe un ultima grande occasione in Italia. Ogni anno c’è un rinnovo con incontro, quest’anno potrebbe esserci con esito diverso. Lui ha molta voglia di cimentarsi in questa nuova Champions League vista l’aritmetica qualificazione. Lui è un allenatore che prende soldi importanti oltre 3 milioni netti, non si sa se ci sono altri bonus nel contratto, ma potrebbe anche decidere di cambiare area. Ha 66 anni non ha tantissimo tempo per le big, quindi può starci un pensiero. Sento a volte percentuali basse sulla sua permanenza, per me è 60-70%. Paradossalmente, in caso di successo in Europa League le percentuali potrebbero scendere, potrebbe considerarsi chiuso il suo ciclo; in caso di sconfitta sarebbe più motivato a riprovare con l’Atalanta. Questa finale rappresenta uno sparti-acqua, anche se con il Leverkusen è tosta. Anche con il Liverpool eravamo sfavoriti ma ci hanno sottovalutato”.
Parli di un Gasperini lontano da Napoli, perché allora il Napoli non chiude con Conte libero, cosa aspetta?
“Conte è un allenatore pesante. La cosa che non mi spiego della piazza di Napoli è il casting prolungato, vedo anche che non abbia mai portato bene. Se fossi in ADL mi focalizzerei su un nome senza farne uscire tanti. Secondo me Conte non verrà, c’è l’opzione Pioli ma non impazzisco per lui. Mi stuzzicherebbe l’idea di De Zerbi. Un allenatore che ha voglia di vincere ed è affamato come la piazza di Napoli dopo un annata del genere. Potrebbe anche essere un profilo giusto con un presidente come ADL”.
In caso di addio di Gasperini chi vedresti più adatto alla panchina dell’Atalanta:
“Se non fosse bresciano prenderei De Zerbi. Gli allievi di Gasperini sono Thiago Motta, che sappiamo dove va, Palladino, che mi piace molto, e Juric. Ho visto giocare il Torino ma non mi piace tantissimo, Gasperini a livello tattico è avanti anni luce rispetto all’ex Verona, con le dovute specifiche delle gare importanti. Le finali sono il punto debole di Gasperini. A me piace Palladino, un allenatore giovane con idee chiare. Riesce ottenere il meglio da ogni calciatore del Monza. Non mi dispiacerebbe anche Tudor. Mi piace Colpani, mi è dispiaciuto che non sia stato richiamato. Noi abbiamo prospetti interessanti ma con la Champions bisogna alzare l’asticella e alcuni calciatori del genere rischi di bruciarli. Seguo l’Atalanta da una vita ed uno come Ilicic era un calciatore fenomenale, nel nostro piccolo rappresentava il nostro Maradona, con caratteristiche fisiche e di gioco diverse, oltre al feeling creato con Gomez. Un po’ come De Ketelaere-Scamacca. Denis ha fatto parte della storia della Dea. Maxi Moralez non aveva una fisicità adatta al calcio italiano”.
Gasperini potrebbe essere l’uomo giusto per rilanciare Lindstrom?
“I calciatori di classe vanno tenuti sempre. Ci sarà un smantellamento partendo da Osimhen, calciatori giovani che sono diamanti grezzi, Gasperini è il numero uno. Ci sono calciatori che erano inadatti al campionati di Serie B che in Serie A ci sono, come Ruggeri che è diventato uno dei migliori esterni del campionato italiano”.