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CICLISMO | Francesco Moser a 360 gradi da Maradona alle Olimpiadi, alla naja da bersagliere, il campione si racconta ai giornalisti alla mostra “Vite di corsa” a Castel Caldes

DIMARO-FOLGARIDA (VAL DI SOLE – TRENTINO), 21 LUGLIO 2021 – Una dimora storica capace di emozionare i visitatori ma non solo con i tesori artistici ma anche con le fotografie che mostrano il ciclismo epico d’altri tempi. Palcoscenico è Castel Caldes in val di Sole che fino al 26 settembre ospita la mostra “Vite di corsa. La bicicletta e i fotografi di Magnum. Da Robert Capa ad Alex Majoli” con 80 scatti dei maestri della celebre agenzia fotografica Magnum alcuni dei quali mai esposti sinora al pubblico.

Un percorso visivo emozionante – che spazia dagli anni ’30 sino ai primi anni Duemila – oggi visitato dai giornalisti al seguito de SSC Napoli con testimonial d’eccezione il campione trentino Francesco Moser e Laura Dalprà, direttrice del Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali e della Rete dei castelli del Trentino, accolti dal sindaco di Caldes Antonio Maini e dal vicepresidente dell’Apt Marco Katzenberger.

Per quasi due ore hanno illustrato nel dettaglio il valore della mostra sul piano culturale e sportivo. Si è trattato di una sorta di happening scandito da un lato dalla spiegazione tecnica della mostra e in generale dell’offerta culturale del Trentino e dall’altro dei ricordi e dei commenti anche su temi sportivi attuali di Francesco Moser: dalle prossime Olimpiadi di Tokio, al Tour de France, alle novità introdotte negli anni nel mondo del ciclismo ai rapporti con Diego Armando Maradona, fotografato al San Paolo in sella ad una bicicletta del Campione trentino. E qui il primo dettaglio inedito: “Diego salì in bicicletta ma non percorse nemmeno un metro. Eravamo nei sotterranei del San Paolo e salito in sella si appoggiò al muro con la mano per fare gli scatti fotografici. Chissà dov’è ora…..”.

Poi il ricordo delle Olimpiadi… “Una medaglia potevo vincerla a Monaco 72 ma ho forato a 700 metri dal traguardo quando ero in un gruppetto di cinque. Davanti l’olandese Hennie Kuiper era ormai imprendibile ma un posto sul podio era li a portata di mano. E poi la memoria corre ai drammatici momenti dell’attentato agli atleti d’Israele. “Eravamo a 10 metri dalla Nazionale israeliana, a pochi passi dal luogo dell’attentato dei Fedayn palestinesi. Le stanze erano proprio davanti alle nostre e abbiamo assistito alle scene. Ricordo i visi degli attentatori che ogni tanto sbucavano dalle tende per verificare ciò che avveniva all’esterno. Cambiò il nostro modo di percepire l’evento, venivamo controllati in ogni nostro spostamento”.

In sostanza ciò che avviene ora con ulteriori difficoltà agli imminenti Giochi di Tokyo a causa del Covid. E Moser fa un’analisi più completa: “Hanno perso la magia del passato, un atleta poteva farle una volta sola, era meglio lasciarle ai Dilettanti come funzionava prima, oggi un ciclista può andare anche quattro-cinque volte alle Olimpiadi. Il mio ricordo più bello è che a Monaco sono stato ad un passo dalla medaglia, purtroppo ho forato la ruota all’ultimo chilometro”.

Poi un ricordo della naja. “Ero un bersagliere e nel mio museo a Villa Warth, sopra Trento, c’è la mia carriola, ovvero la bici utilizzata dai bersaglieri. Con lei a ottobre farò la Staffetta della Pace nel Centenario del Milite Ignoto: dal 18 al 28 ottobre con tappe al Brennero, Colle Isarco, Bolzano, Trento, Rovereto e poi in Veneto e Friuli Venezia Giulia sino alla Basilica di Aquileia dove 100 anni fa tra le 11 recuperate negli Ossari del fronte di Guerra venne scelta la salma del Milite Ignoto, poi trasferita a Ruma per la tumulazione all’Altare della Patria

Nel viaggio nella memoria storica di Moser (a Castel Caldes dai primi giorni di agosto gli verrà dedicata una intera sezione con le gigantografie di Remo Mosna) c’è spazio anche per Napoli con il ricordo di una cronometro del Giro d’Italia da brivido a causa degli spettatori piazzati sulla sede stradale per fare foto e letteralmente sfiorati dai ciclisti.

Moser è un ambasciatore del ciclismo nel mondo e nella sua vita ha incrociato anche Maradona nella stagione 1984-85, la prima di sua maestà Diego a Napoli: “Il nostro rappresentante ha voluto dare una bici a Maradona. Venni a Napoli prima della partita. Ma lui non ha fatto neanche un metro in bici. Si è appoggiato al muro e ha fatto una foto e basta, forse aveva paura di cadere”.

Non è mancata una puntatina nel mondo del calcio. Moser è un tifoso dell’Inter e non si è sottratto ad un commento sul Napoli e sulla serie A partendo da Maurizio Sarri (il cui padre corse con il fratello di Francesco), che ha conosciuto proprio a Dimaro. “Maurizio mi ha fatto gli auguri per il compleanno, sono curioso di vedere lui alla Lazio e di seguire il campionato dopo la giostra di cambiamenti degli allenatori. M’auguro che il Napoli vinca lo scudetto, mi farebbe molto piacere. L’Inter già ci è riuscita nell’ultima stagione. Adesso c’è Spalletti, è un personaggio un po’ autoritario ma a volte nel calcio c’è bisogno”.

Spalletti è stato avvistato in bicicletta a Dimaro con il suo staff, è la magia della Val Di Sole, dove lo sport si mescola e diventa punto di riferimento per la vita. E non a caso dal 25 al 29 agosto a Commezzadura si disputerà il Campionato del Mondo MTB specialità Cross Country, 4X, Downhill, XCC, E-MTB.

INFO www.visitvaldisole.it



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