IL Napoli non vive un buon momento dopo aver vinto lo scudetto dopo 33 anni. Luciano Spalletti e Cristiano Giuntoli decidono che il loro percorso sia concluso e salutano anzitempo i partenopei lasciando un vuoto rimasto tutt’ora.
Aurelio De Laurentiis, presidente dei partenopei, decide di voler dimostrare di essere il perno principale dei successi azzurri, compreso lo scudetto. Affida la panchina a Rudi Garcia e il ruolo da direttore sportivo a Mauro Meluso.
Le prime partite, nonostante non un ottimo gioco, trovano due successi contro Frosinone(1-3) e Sassuolo(2-0) lasciano ben sperare per il futuro. Arriva la prima sconfitta al Maradona contro la Lazio per 1-2. Nonostante gli azzurri partono fortissimi a trovare la via del vantaggio sono gli ospiti con un tacco di Luis Alberto. Dopo pochi secondo Zielinski, meritatamente, trova la rete del pari su deviazione del difensore avversario. Nel secondo tempo i partenopei scompaiono completamente dal campo e la squadra di Sarri fa tutto quello che vuole in campo trovando anche il nuovo vantaggio con Kamada. Annullato, per fuorigioco, le reti di Guendozi e Zaccagni.
Arrivano i primi malumori dei tifosi per la prestazione e per le sostituzione visto l’uscita di Kvaratskhelia nonostante lo svantaggio.
Ritorna a parlare il campo dopo la sosta, dove sono arrivate le prime critiche verso il francese, ma gli azzurri fanno una prestazione indecente contro il Genoa trovando il pari solo grazie alle giocate di Raspadori e Politano entrambi entrati dalla panchina.
Contro il Braga arrivano i primi tre punti, con un autogol dei portoghesi, in Champions nonostante l’ennesima prova indecente e l’infortunio di Rrahmani.
Con il Bologna si inizia ad intravedere un po’ di calcio fluido ma non si va oltre il pari e Osimhen sbaglia un rigore arrabbiandosi per la sostituzione con il francese. C’è anche il tweet di complimenti da parte del patron azzurro.
Arriva la prima prova brillante contro l’Udinese per 4+1 con le reti di Zielinski, Osimhen, Kvara, che becca due legni, e Simeone.
Col Lecce super prova con un successo per 0-4 con a segno Ostigard, Osimhen, Gaetano e Politano.
Arriva la prova del 9 con il Real Madrid. Gli azzurri se la giocano ma devono arrendersi sotto i colpi dei fenomeni dei Blancos,
Sconfitta per 1-3 contro la Fiorentina che fanno rivedere i fantasmi, visto anche le sostituzioni, che rimettono in dubbio la panchina del francese.
Dopo pochi giorni arrivano anche le parole di ADL che sembrano un addio:
“Con lui sto vivendo un momento no. lo sono un imprenditore, ho il dovere di interessarmi alla mia impresa. L’allenatore e il direttore sportivo sono al tuo servizio. Prenderò le decisioni più opportune quando sarà il momento di prenderle. La piazza non può essere condizionante. Devi fare sempre una pausa riflessiva”.
Il patron azzurro qualche giorno dopo si incontra con Antonio Conte per sondare il terreno ma arriva un no secco dall’ex Inter.
Al presidente resta solo che confermare Garcia. Si presenta a Castel Volturno per stare vicino alla squadra in un momento non molto facile per la squadra. Arriva il colloquio con il francese per alcuni chiarimenti e arriverà quello con i calciatori.
La coppia ADL-Garcia proverà a riportare dove merita gli azzurri dopo la vittoria dello scudetto.
Testa al Verona
Matteo Merolla