NAPOLI – dalla sala Conferenze dello Stadio Maradona, la SSC NAPOLI presenta il film sulla magica cavalcata Scudetto intitolato “Sarò con te…” parleranno il Regista del film Andrea Bosello, Film che uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 4 Maggio 2024.
Bosello: “Ringrazio il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che è il nostro produttore, ringrazio la squadra e Luciano Spalletti che è stato l’assoluto protagonista del nostro film… Continua – Questo film, non è un autoproduzione ma un documentario, abbiamo seguito la squadra H24 ovunque per tutta la stagione, raccontando il grande risultato ottenuto….”
Se non avessimo vinto lo Scudetto? “Se non avessimo vinto lo scudetto avremmo raccontato la più grande debacle sportiva, ride nrd… Però per fortuna abbiamo vinto lo Scudetto ed abbiamo documentato un evento storico sportivo, destinato a rimanere negli anni…”
I giocatori come hanno assimilato le telecamere? All’inizio ci guardavano come alieni, poi abbiamo pensato di mettere le tute addosso del Napoli ed essere come loro, e siamo diventati parte integrante dello spogliatoio, ed eravamo con loro, nel pullman, in albergo, in campo, ovunque ed abbiamo raccontato e documentato ogni secondo di questo miracolo sportivo…
Chi dei giocatori può fare Cinema? “Sicuramente Osimhen per la sua drammaticità, o Elmas e Juan Jesus, oppure Kvara nella sua lingua, Anguissa e Simeone… potrebbero fare il Cinema, un brutto momento, è stata la gara con Il Milan, dove quel risultato è pesato anche su di noi, che ci misero in tribuna Stampa. Però se non ci fossero stare le debacle con Salernitana e Milan, credetemi non avremmo avuto il materiale che rendono questo film speciale…”
La città com’è protagonista?
“Diventa protagonista, io sono napoletano adottato, nato in Friuli e arrivato qui proprio durante il primo Scudetto, rimasi sconvolto, ma non l’aveva mai vista nessuno, non solo io. Ho seguito particolarmente questa traccia, sapevo che sarebbe stata straordinaria, anche se per il terzo, ma un’intera generazione li ha visti per la prima volta e ci sono anche racconti diretti. C’è antropologia della gioia, qualcosa che non può accadere altrove”.
Sulle scene principali:
“Il momento più brutto col Milan, poi finimmo in tribuna stampa perché la scaramanzia è importante (ride, ndr). Poi sui singoli Elmas, Juan Jesus, tantissimo Osimhen, il personaggio più drammatico come tempi, mi ricorda un Denzel Washington. Devo ringraziare anche il Milan e la Salernitana, altrimenti il film non ci sarebbe (ride, ndr)”.
Che contributo hanno dato i personaggi non sportivi? E’ un documentario?
“E’ un documentario al 100%, non c’è nessuna ricostruzione nella narrazione. I personaggi extra sportivi servono da coro, per definire certi caratteri, abbiamo scelto tra i tifosi più conosciuti e persone che potevano raccontare la napoletanità, ci sono grandi attori come Servillo, Orlando, Esposito, Ranieri, D’Amore… tutto nasce da una serie di 4 episodi che arriverà dopo il film. Il film parte da quando nasce la sfida, la serie racconta le vite sportive dei giocatori c’è più contrasto tra le varie anime”.
Quante persone ci hanno lavorato? Quali sono stati i costi?
“Contando tutta la troupe, circa 80 persone ci hanno lavorato, i costi sono standard per un documentario, un genere adottato pienamente dalle piattaforme che fissano il costo al minuto che è di circa 6mila euro al minuto, questo arriva anche a 10mila euro al minuto a livello più alto. Sono orgoglioso che le musiche sono di uno dei migliori, Teho Teardo, musicista per Sorrentino e non solo. Noi siamo partiti per una serie, poi il presidente vedendo il materiale da produttore ha visto tutto ed ha gradito al punto da fare un film perché merita di essere visto al cinema. Mi tolgo un sassolino: ho sentito critiche, ma questo è un documentario, 1h e 40′, se avessimo avuto il documentario dello Scudetto di Maradona… questo resta nella storia della città, tra 30 anni pescheranno quelle interviste, una polemica del tutto sterile. E vederla al Cinema è una nuova esperienza collettiva, poi puoi vederlo come vuoi, anche col pezzotto (ride, ndr), ma è un’esperienza”.
C’è spazio per Napoli nel mondo?
“C’è tanto da raccontare, un’intera stagione di calcio, gli uomini, in quell’economia il finale è per quelle persone, è tutto dei napoletani all’estero”.
La scena più bella?
Risponde Cini: “Farli uscire dal seminato durante le interviste, durante le gare invece dovevamo non farci notare, il momento più bello da malato del calcio è vedere Spalletti che spiega come liberare il terzino, come deve venire dentro Kvara. Il momento più bello a Capodichino dopo Torino, l’operatore era sopra al pullman, ha preso cose incredibili, poi Udine ovviamente”.
Ci sarà un documentario in 4 puntate, molto più lungo del film, dove ci saranno tante sfaccettature, come l’addio di Spalletti al Napoli, il film dura 100 minuti ed un documentario che rimarrà, nella storia della città, le emozioni che avete vissuto sulla pelle, le rivedrete amplificate al Cinema…