Negli ultimi due giorni l’Italia ha visto l’eliminazione dalla Champions League di Napoli, battuto dal Barcellona, e l’Inter dall’Atletico Madrid; la squadra di Simeone si aggiunge ai catalani e al Real Madrid portando tre spagnole agli ottavi di finale.
Soltanto un anno fa la più grande competizione europea vedeva tre italiane ai quarti di finale che hanno poi portato la squadra di Inzaghi in finale contro il Manchester City, attraverso un calendario favorevole, nell’eliminazione diretta, ma soprattutto un calcio molto propositivo.
Stessa discorso per i partenopei che hanno spazzato via Liverpool(4-1), Ajax(1-6,4-2) ed Eintracht Francoforte(3-0, 0-2), fino ad arrivare alla sfida contro il Milan.
Ai quarti tra arbitri, espulsione ad Anguissa, ammonizione al diffidato Kim, fallo da rosso di Leao e rigore per il Napoli non dati, ed infortunii, Osimhen e Simeone out e Raspadori al 50% nella gara d’andata, il Napoli non ha ottenuto il pass alla semifinale.
In questa stagione gli azzurri non hanno mai espresso un minimo di gioco propositivo, tranne nella sfida contro il Sassuolo vinta per 1-6 o la prima partita di campionato contro il Frosinone.
Insomma le gare disputate da Napoli si possono contare sulle dita delle mani, fa male pensare che meno di un anno fa fosse la squadra più invidiata in Europa.
Tornando al discorso eliminazione delle italiane, i partenopei non hanno mai disputato una buona gara in Champions tranne a Madrid con Mazzarri in panchina, sull’onda dell’entusiasmo dopo il successo a Bergamo contro l’Atalanta per 1-2 con Elmas decisivo nel finale.
Il Barcellona al Maradona ha sofferto poco ed ha avuto tante occasioni senza però fare male agli azzurri. Discorso diverso al ritorno dove, un inizio buono della squadra azzurra, viene spazzato via da un 1-2 micidiale dei blaugrana con Marin e Cancelo.
Rrhamani rida speranza alla sua squadra. Manca un espulsione su Christiansen e rigore su Osimhen, assente in tutta la gara e “mangiato” dal 2007 Cubarsi che non gli ha permesso di toccare palla (discorso che riprenderemo più avanti).
L’Inter all’andata non soffre tantissimo ma riesce a fare soltanto 1-0 grazie alla reti di Arnautovic. Al ritorno illude Federico Di Marco, Griezmann e Depay la ribaltano e portano la gara ai rigori dove è fatale l’errore di Lautaro Martienz.
Un Inter catenaccio e contropiede che non riesce ad ottenere la qualificazione ai quarti di finale. Inzaghi ha sbagliato nei gironi sprecando l’occasione di arrivare prima ai danni del Real Sociedad.
Insomma il Tiki Taka spagnolo, che la squadra di Simeone difficilmente esprime, batte il catenaccio italiano eliminando dalla Champions.
Riprendendo il discorso di Cubarsi, in Italia mai nessun club avrebbe avuto il coraggio di lanciare titolare, in campionato o in Europa, un ragazzino della primavera per paura di bruciargli la carriera al giovane calciatore.
Messi, Pedri, Yamal e chi più ne ha più ne metta, in Spagna danno spazio ai giovani ed i risultati arrivano. Discorso diverso, invece, in Italia dove un ragazzo di 26 anni si considera ancora giovane talento quando a quell’età dovrebbe essere nel perno della sua carriera. La differenza tra gli spagnoli, oltre allo stile di gioco, e italiane sta tutto qui.
Tralasciando il discorso che nella Liga le squadre medio-basse vanno a giocare a viso aperto contro le big del campionato; discorso inverso in Serie A dove le big fanno catenaccio contro altre big.
Negli ultime 10 anni o quasi possiamo dire, che oltre al Napoli di Spalletti, nessuna vincitrice del campionato italiano ha espresso un gioco fluido e veloce da permettere di surclassare gli avversari.
Alcuni tifosi sono ancora fermi alle ore 22:37 del 4 maggio 2023.
Ma come dargli torto…
Matteo Merolla