Leonardo Bonucci, difensore dell’Union Berlino, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Napoli:
“Tornare in Italia è sempre molto emozionante. Col Napoli abbiamo giocato tante sfide-Scudetto e valevoli per i trofei nazionali, per me è molto stimolante. Sarà una grande serata, il pubblico di Napoli è sempre caloroso. Abbiamo bisogno di una grande prestazione per tornare ad essere quelli che col mister hanno stupito nel corso degli anni e sono arrivati in Champions League. Daremo tutto noi stessi per portare a casa dei punti”.
n Italia probabilmente dopo tutte queste sconfitte la situazione-allenatore sarebbe andata diversamente. Che differenze ci sono in Germania?
“A me ha colpito molto, sin dal primo giorno, come si respira il calcio e la partita nella nostra società e con i nostri tifosi. Come avete visto, nella partita d’andata, nonostante la sconfitta e il periodo negativo, i nostri tifosi sono da elogiare per l’affetto, la vicinanza e il calore che ci trasmettono. E il rispetto che hanno per la società, per l’allenatore e per noi giocatori. Loro vedono che mettiamo in campo tutto, malgrado i risultati poco incoraggianti proviamo a portare a casa le vittorie. In questo periodo sarebbe stato facile dare la colpa all’allenatore, che però ha costruito qualcosa di unico. Quando si passano momenti così c’è sempre un concorso di colpe, non è mai soltanto di uno solo. Ci siamo confrontati e ho sensazioni positive, possiamo invertire questa tendenza negativa molto presto”.
Sei stato, sei uno dei leader della Nazionale. Cosa può prendere il calcio italiano da quello tedesco?
“L’Italia per me è qualcosa che va oltre, quando indosso la maglia della Nazionale è come vivere il sogno che inseguivo da bambino, la speranza è quella di tornare a vivere momenti belli come quelli dell’Europeo. Il calcio tedesco ha delle strutture, completamente diverse da quelle italiane. Stadi sempre pieni e una velocità di gioco differente. Noi come italiani viviamo molto di più le partite sulla tattica e sui movimenti pre-organizzati. Io mi sento ancora bene e vivo, riuscire a tenere i ritmi degli allenamenti come sto facendo per me è una risposta importante. Negli ultimi due anni con la Juventus mi veniva detto che non potevo reggere certi ritmi, invece quando uno sta bene di testa ed è allenato nella maniera giusta, quando l’intensità è alta negli allenamenti, anche in partita succede di vivere 90′ con una buona intensità”.
Avete preparato qualcosa in particolare contro l’attacco del Napoli?
“L’assenza di Osimhen sicuramente è uno svantaggio per il Napoli, perché è uno degli attaccanti più forti della Champions League e difendere contro un giocatore così è davvero difficile per 95′. Ma l’attacco del Napoli non si riduce a Osimhen. C’è Raspadori, che per me è un fratello dopo l’Europeo, ha il futuro davanti a sé, si è sbloccato e non si ferma più. C’è Simeone che quando è in campo tira fuori la sua garra e bisogna fare attenzione. E poi ci sono gli attaccanti esterni che nell’uno contro uno sono fortissimi. Noi dovremo lavorare di squadra contro di loro”.