Rudi Garcia, tecnico del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante l’evento con i tifosi al Napoli Summer Village di Carciato:
“Tu quando fai un gioco anche noi iniziamo per vincere”.
Per Garcia: qual è stata la prima emozione appena arrivato a Napoli? “Semplicemente quando sono arrivato in città anche se i giocatori erano in vacanza sono venuto intorno a metà giugno e ho visto Napoli tutta azzurra. Tante bandiere, striscioni per lo Scudetto e questo mi è piaciuto molto. Ho capito che è più di una passione, qua sembra quasi una religione e mi piace tanto”.
Per Garcia: ci sarà più spazio per Raspadori?“Quando si fa un pasto non si mette un solo ingrediente: ci vuole tutto e Raspadori è un ingrediente che fa gol”.
Per Garcia: quali sono le intenzioni per il prossimo campionato? “Io sono una persona che ama la logica, se una squadra gioca molte volte bene, ha possibilità tante volte di vincere le partite e vogliamo fare questo”.
Per Garcia: “Come difensori centrali abbiamo Juan Jesus, Rrahmani e Ostigard che sono ottimi giocatori. Questi li abbiamo in casa e non si muovono. Poi se possiamo trovare un quarto che abbia qualità da titolare, ben venga, altrimenti ne ho già tre”.
Per Garcia: intercederà con ADL per far restare Osimhen a Napoli? “E’ sotto contratto, arriva domani con tutti gli altri. Lo ripeto, quando ho incontrato De Laurentiis ci siamo trovati sull’ambizione. Il presidente è molto ambizioso, ha fatto grandi cose l’anno scorso e non vuole fermarsi. Avremo una squadra di qualità”.
Per Garcia: prima impressione appena arrivato a Napoli: “E’ difficile da allenatore visitare l’Italia. avevo visto Pompei e la costiera amalfitana. La città è unica, mare e montagna è bellissimo, puoi approfittare del cibo e del clima. C’è tanto da scoprire, mi piace visitare i musei: magari sarà in giro con baffi e parrucca”.
“Devo allenare tutto il gruppo per conoscerli meglio però a centrocampo abbiamo tanta qualità, sono complementari e ci sono alcuni che possono fare gli esterni d’attacco. Ndombele l’ho conosciuto in Francia quando era al Lione da avversario. Ora non è più con noi e troveremo un giocatore per sostituirlo. Chi è a Napoli deve saper giocare a pallone, ma vorrei trovassimo un calciatore di fisicità per aiutare Anguissa in questo ambito”.
“Ho provato a convincermi che non ero adatto a fare questo mestiere. Mio papà lavorava tutto il giorno e andava la sera ad allenare. Faceva sacrifici, l’ho visto poco e ha dato tutto sul lavoro. Mi sono detto che è un mestiere ingrado: se vinci, vincono i calciatori, se perdi, perde l’allenatore. Ma sapevo dal profondo del mio cuore di poterlo fare e sono contento di fare il mestiere più bello del mondo”.
“Devo lavorare sulla testa dei miei calciatori. Ho vinto in Francia facendo la doppietta con il Lille e dopo averlo fatto, ti posso dire che i calciatori hanno grande fiducia in se stessi. In Italia è molto difficile vincere, io ho il compito di spingerli per restare a questo livello. A volte sei sazio, hanno alzato l’asticella molto in alto, ora devono restare lì. Li voglio ad un livello eccellente”.
Per Garcia: Champions o un nuovo scudetto? “Tutti e due”.
Per Garcia sui tiri da fuori area: “Certo, soprattutto quando giochi contro squadre che si chiudono in difesa, una delle possibilità per segnare è tirare dalla distanza. Vediamo chi saprà farlo e ci lavoreremo”.
“Tecnicamente si può lavorare. Poi ci sono calciatori più freddi in questo contesto, rispetto ad altri. Calciarli a Dimaro è un conto, farlo in grandi partite è un altro. Poi vedremo, è dovuto anche alla qualità dei portieri: alti, forte e che studiano. Non li ha sbagliati solo il Napoli ma anche altre”.
“Faremo in modo di fare un gioco bello ed efficace. Abbiamo fatto un grande acquisto con Gollini, avere due portieri forti è un’assicurazione. Inizieremo con il 4-3-3, devo vedere anche i giovani della Primavera per capire se qualcuno può restare con noi. Sapere di aver una squadra top rende difficile l’arrivo di giovani ma lavoreremo anche su altri sistemi di gioco. Vedremo se cambiare in corso. Il 4-3-3 si può cambiare, ma i giocatori devono essere bravi a farlo in corsa.
Per Garcia sui tanti giovani in gruppo: Da quando abbiamo iniziato un po’ di partitelle, tutti giocano nel loro posto e c’è qualcuno che mi piace. Non guardo quello che hanno fatto prima, li vedo qui per la prima volta. Li vedremo in amichevole, poi vedremo in funzione di quelli che tornano. Più difficile per un giovane attaccante ma c’è da riflettere tanto”.
“Il calcio non è più lo stesso di 10 anni fa, è tanto migliorato. Anche gli arbitri sono più aiutati con il VAR, che aiuta molto. Ho lasciato il violino a casa in Francia, spero non serva”.