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Lo sgambetto dei “cugini”

Una Napoli agghindata a festa ospita allo stadio Maradona una Salernitana caricata dai propri tifosi, che non hanno alcuna intenzione di veder festeggiare lo scudetto dei più blasonati “cugini”, contro la loro compagine in piena lotta per non retrocedere in serie cadetta.
Partita bloccata nel primo tempo ieri al Maradona, una Salernitana bunker si difende con 9 uomini dietro la linea del pallone con il solo Dia davanti nel tentativo di impensierire Meret. Il Napoli ci prova 2 volte, prima un’incornata di Osimeh al minuto 22 respinta dal portiere salernitano Ochoa e poi al minuto 41 ci prova Anguissa con un bel destro al volo, ancora una volta Ochoa respinge negando la gioia del gol ai partenopei.
Si va negli spogliatoi con il risultato di 0-0. Gli uomini di Sousa ripetono lo stesso canovaccio tattico nel secondo tempo, cercando di sfruttare il contropiede, giocando l’unico calcio possibile, in grado di arginare il gioco propositivo degli uomini di Spalletti.
Il mister partenopeo fa entrare il redivivo Jack Raspadori al posto di uno spento Zielinsky e il macedone Elmas al posto di un volenteroso ma poco incisivo Lozano. Giacomino ancora una volta risulta decisivo, grazie a un calcio d’angolo che trova l’incornata dell’uruguagio Oliveira che al minuto 62 batte il bravo Ochoa, incolpevole sul gol dei partenopei. Mister Sousa, così decide di scoprirsi per cercare di recuperare la partita e al minuto 68 inserisce Bohinen, Piatek e Sambia, per Bradaric, Vilhena e Mazzocchi. Il Napoli sfiora più volte il gol con Kvara e il subentrato Elmas. Ma al minuto 84 un bravo e fortunato Dia trova il pareggio con un sinistro velenoso che passa tra le maglie della difesa azzurra, il pallone si piazza alle spalle di un incolpevole Meret. Il Napoli prova il forcing finale, ma il risultato non cambia, finisce 1-1, la festa del Napoli e dei napoletani è solo rinviata.
Teniamo lo spumante in ghiaccio, è solo questione di giorni, in una città dove siamo abituati ad aspettare, quest’attesa renderà ancora più bello sapore della sospirata vittoria.
Articolo a cura di Enrico Campanile