Sembra un film già visto il match tra Napoli e Atalanta, partenopei subito in difficoltà dai primi minuti di gioco, parecchi uomini di Sarri in evidente difficoltà, Hamsik non
brilla, Diawarà lento nell’impostare la manovra, Maksimovic e Hysaj in evidente difficoltà, Ghoulam in fuori giri, Mertens e Insigne si pestano troppo spesso i piedi. Proprio Lorenzo Insigne va vicino al goal ma la traversa dice no al fuoriclasse di Frattamaggiore, ne approfitta l’Atalanta che passa in vantaggio con Caldara, calcio d’angolo e goal del giovane difensore acquistato della Juventus.
Padroni di casa che provano a pareggiare, prima con Mertens e poi con Callejon, però l’Atalanta di Gasperini è meglio organizzata in campo ed ha una condizione fisica migliore degli azzurri, non basta l’espulsione di Kessie e la superiorità numerica in campo per il Napoli, perchè passano ancora gli ospiti con Caldara alla prima doppietta personale in Serie A, non esente da colpe Reina. I cambi di Hamsik, Insigne e Hysaj non bastano, Pavoletti e Milik lontani dalla migliore condizione e Maggio troppo tardi schierato in campo. Azzurri rimasti a Castel Volturno, assenti in campo, troppe palle perse, giocate difficili e inefficaci, niente pressing e nessuna sovrapposizioni, passaggi sbagliati e confusi.
Il Napoli perde dopo 14 risultati utili consecutivi, l’Atalanta batte due volte su due il Napoli di Sarri, sei punti, tre goal fatti e zero subiti, numeri da Champions per la squadra di Gasperini e Pierpaolo Marino. Partenopei chiamati ad un bagno di umiltà e ad un esame di coscienza, tra qualche giorno ci sarà la Juventus in Coppa Italia e la Roma in campionato e subito il Real Madrid in Champions, ci vorrà cinismo e ‘cazzimma’ per superare questo trittico di partite senza uscirne con le ossa rotte.
A cura di Cosimo Silva